Esistono molte sostanze (lassativi o purganti) in grado di favorire la peristalsi intestinale e facilitare l’evacuazione: vanno utilizzate con cautela per evitare il rischio di dipendenza e l’insorgenza di coliti irritative.

Devono essere evitati, se possibile, i purganti cosiddetti “irritanti” (il cui meccanismo di azione consiste in una semplice stimolazione della motilità intestinale) come l’olio di ricino, la cascara, la senna, l’aloe, il bisacodile (utile sotto forma di supposta) e il picosolfato.

Meno dannosi risultano i lassativi che aumentano il volume delle feci (ricordiamo che la distensione delle pareti intestinali è un potente stimolo della peristalsi) quali i colloidi idrofili (crusca, agar, psillio, metilcellulosa) e i lassativi osmotici (sali di magnesio, macrogol, lattulosio), o gli emollienti delle feci (che mantengono le feci di consistenza molle e riducono al minimo il fastidio e lo sforzo della defecazione) quali l’olio di vasellina, la glicerina in supposte, i clisteri saponosi.

Prima di inserire una supposta è necessario rimuovere il materiale che si trova nell’ampolla rettale: la supposta, infatti, deve entrare in contatto con le pareti del retto e non ha alcun effetto se è inserita nelle feci. L’evacuazione generalmente inizia dopo 15-20 minuti, e si completa entro 20-30 minuti. I clisteri devono avere volumi contenuti per evitare la sovradistensione rettale e la perdita dell’elasticità parietale.

Un’altra categoria di farmaci utilizzati per il trattamento della stipsi sono i cosiddetti “procinetici” (prucalopride, linaclotide): la loro azione consiste nel favorire la peristalsi, attraverso una azione diretta sulla muscolatura della parete dell’intestino. Sebbene siano sostanze potenzialmente molto utili, possono però causare spiacevoli episodi di incontinenza fecale in quanto con il loro uso non è possibile “programmare” l’evacuazione.

Ricordiamo inoltre che il materiale fecale è composto in gran parte dalla cosiddetta “flora intestinale” (microbiota intestinale), costituita da batteri che normalmente colonizzano l’intestino dell’uomo e svolgono funzioni importantissime come la regolazione del metabolismo e delle difese immunitarie. Il rallentamento della peristalsi causa una modificazione del microbiota intestinale che può determinare una crescita di germi patologici dannosi che spesso si diffondono ad altri organi (alla vescica: infezioni urinarie) o anche all’intero organismo (setticemia: febbre, malessere generale, decadimento organico). Per questa ragione è importante assumere con regolarità i cosiddetti “probiotici” e “prebiotici”. I probiotici (conosciuti anche come “fermenti lattici”) sono prodotti che contengono, in numero sufficientemente elevato, microorganismi vivi ed attivi, in grado di raggiungere l’intestino ed esercitare un’azione di equilibrio sulla microflora intestinale attraverso una colonizzazione diretta. I prebiotici sono sostanze di origine alimentare non digeribili che, se somministrate in quantità adeguata, portano beneficio grazie alla promozione selettiva della crescita e/o dell’attività di uno o più batteri già presenti nel tratto intestinale, o assunti contestualmente al prebiotico (“simbiotici”: miscela di probiotici e prebiotici).

I lassativi vengono spesso acquistati dai pazienti senza consultarsi con il proprio medico: è questa una consuetudine assai diffusa anche tra la popolazione sana. Purtroppo una scorretta gestione delle funzioni intestinali può, nel tempo, determinare delle fastidiose complicanze. Per questo motivo, e in particolare nel paziente mieloleso, il trattamento farmacologico deve SEMPRE essere effettuato ESCLUSIVAMENTE su prescrizione del medico.

Dott. Mauro Menarini Consulente Fisiatra Unità Spinale Ospedale Sacro Cuore Don Calabria Negrar VR