LA BASILICA DI SAN ZENO

La basilica di San Zeno a Verona è uno dei capolavori del romanico in Italia. Si sviluppa su tre livelli e l’attuale struttura fu impostata nel X–XI secolo. Tra le numerose opere d’arte, ospita un capolavoro di Andrea Mantegna, la pala di San Zeno. San Zeno morì nel 380. Nella cronologia della chiesa veronese fu l’ottavo vescovo. Lungo la via Gallica, nella zona dell’attuale chiesa, vi era il cimitero dove il santo fu sepolto. Sulla tomba fu edificata una piccola chiesetta da Teodorico il Grande, re ariano. La leggenda vuole che dopo la devastante piena dell’Adige del 589 l’inondazione si bloccò sulla soglia della chiesa, risparmiando i fedeli. Paolo Diacono riporta l’episodio nella sua Historia Langobardorum, specificando che avvenne al tempo del re Autari. La prima chiesa fu distrutta nel IX secolo. Venne subito ricostruita per volere del vescovo Rotaldo e di re Pipino d’Italia su progetto dell’arcidiacono Pacifico. Questa nuova chiesa fu distrutta dagli Ungari all’inizio del X secolo. Dopo una breve traslazione nella cattedrale di Santa Maria Matricolare, il 21 maggio 921 il corpo di san Zeno fu riportato nella cripta che oggi è il livello più basso della basilica. La chiesa fu danneggiata dal terremoto del 3 gennaio 1117 che colpì e danneggiò gravemente molte città del nord Italia, e nel 1138 venne ricostruita e ingrandita. La sistemazione che è arrivata ai giorni nostri fu finita nel 1398 a cura degli architetti Giovanni e Nicolò da Ferrara con rifacimenti del soffitto e dell’abside in stile gotico.

Il rosone circolare detto anche Ruota della fortuna

Il rosone, che fu opera di Brioloto, è decorato da sei statue che raffigurano le alterne fasi della vita umana, ovvero della Fortuna (nel senso latino di “destino”). Così concepita e così rappresentata, la “ruota del destino” pone in risalto la precarietà dei beni terreni, per i quali ci insegna a non nutrire un eccessivo attaccamento, in quanto ne possiamo essere privati in ogni momento. Solo lo stolto confida unicamente nella Fortuna, ma il suo destino è quello di essere deriso, come insegna il quarto verso della ruota del Brioloto

Il portale con 24 formelle bronzee

Il portale della chiesa, oramai chiuso per motivi di sicurezza, è decorato con 24 formelle quadrate bronzee per ogni anta della porta. Le formelle sono legate fra di loro da cornici di bronzo. Oltre alle formelle regolari, ve ne sono di minori su entrambe le parti della porta. A destra ve ne sono sette rettangolari che rappresentano probabilmente santi e figure storiche, l’attribuzione non è certa per tutti: san Pietro, san Paolo, san Zeno, sant’Elena, Matilde di Canossa, il suo sposo Goffredo e lo scultore

L’interno

Com’è d’uso nelle chiese romaniche, l’interno della chiesa è posto su tre livelli di altezza, dal basso: la Cripta (una vera e propria chiesa nella chiesa), la parte centrale (detta anche chiesa plebana) e il Presbiterio (la parte contenente l’altare maggiore). La parte centrale detta anche “chiesa plebana” è a tre navate, longitudinali. Il soffitto è ligneo e carenato ed è datato XIV secolo

Andrea Mantegna, Pala di San Zeno

L’opera più importante del Presbiterio è la pala di Andrea Mantegna, considerato un capolavoro della pittura del Rinascimento italiano. Il soggetto del polittico è nel trittico superiore la Madonna con Bambino e santi, e nella predella scene della vita di Gesù. Il polittico fu portato via dai francesi di Napoleone nel 1797. Fu recuperata la parte superiore dopo anni, mentre la predella rimase in Francia ed oggi quella che si vede in loco è una copia, opera di Paolino Caliari, discendente di Paolo Veronese

La cripta

Del X secolo, dal 921 il corpo del santo è custodito in un sarcofago a vista con il volto coperto da una maschera d’argento. È una chiesa completa all’interno della basilica, suddivisa in nove navate con gli archi sostenuti da 49 colonne, che hanno la particolarità di avere tutti capitelli differenti. Qui, nella celebre opera di Shakespeare, si sposarono Romeo e Giulietta

Il campanile

Il campanile è staccato dalla chiesa. La torre campanaria è alta 62 metri. I lavori di costruzione e restauri iniziarono nel 1045 con l’abate Alberico e finirono nel 1173 con il “maestro Martino” anche se è certo che vi fosse una torre campanaria precedente, edificata nei secoli VIII-IX. Un lungo lavoro interrotto dal terremoto del 1117 con il restauro seguente del 1120. Il campanile riprende lo stile della chiesa, sopra la zoccolatura alterna fasce di tufo e cotto cui deve la sua bicromia


ORARIO DI APERTURA INVERNALE (novembre-febbraio) Domenica *** 12.30 -17.00 Altri giorni 10.00 -13.00 13.30 -17.00

ORARIO DI APERTURA ESTIVO (marzo-ottobre) Domenica *** 12.30 -18.00 Altri giorni 8.30 -18.00

***Alla domenica mattina in Basilica si celebrano le Sante Messe, sono quindi vietate le visite turistiche singole e in gruppo


Accessibilità Basilica di San Zeno Maggiore

La Basilica di San Zeno Maggiore è parzialmente accessibile ai visitatori in sedia a rotelle.

Dall’omonima Piazza la chiesa è separata da un gradino, l’unico punto in cui si può salire è alla Chiesa di San Procolo (sulla destra guardando San Zeno).

L’entrata per le visite, accessibile in autonomia tramite scivoli dolci, si trova sulla sinistra della facciata ed è già qui segnalato il bagno disabili. Il biglietto disabile + accompagnatore è gratuito.

L’entrata al piano terra della Basilica è tramite rampa (con rivestimento antiscivolo a bolli) con buona pendenza per le carrozzine.

La cripta e la chiesa superiore sono del tutto inaccessibili.

Uscendo, da non perdere il bellissimo chiostro, senza barriere. Nel percorso di uscita si trova il bagno disabili, non attrezzato.

Dismappa

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