Micro-protesi per riparare le lesioni croniche del midollo spinale

“I risultati della sperimentazione rappresentano l’avvio di un nuovo settore di ricerca sino ad oggi neppure concepibile, consentendo la ricostruzione di interi frammenti di tessuto nervoso” (cit.

proff. Vescovi e Gelain)

 

Le micro-protesi sono realizzate in laboratorio per dissolversi una volta impiantate. Sono state create da un’equipe di scienziati italiani guidata da Angelo Vescovi e da Fabrizio Gelain. Attraverso tecniche di nanotecnologia, si è giunti alla effettiva realizzazione di una neuro-protesi innovativa, di natura biologica si, ma progettata e sintetizzata in laboratorio.

Grazie alla ricerca è stato possibile trapiantare una neuro-protesi che supporta la rigenerazione delle fibre nervose spinali e del tessuto midollare danneggiato.

 

Le mielolesioni

Tutti gli anni sul nostro territorio nazionale si manifestano circa 1.200 nuovi casi di lesione midollare ogni giorno; solo in Italia almeno 3 persone diventano para o tetraplegiche (circa 100.000 mielolesi). Lo studio ha dimostrato che trapiantando nelle cavità della lesione spinale delle protesi tubulari – delle guaine cilindriche costruite in laboratorio e riempite da materiali biologici di sintesi con funzione di supporto nano strutturate e bio-riassorbibili, è possibile ricostruire il tessuto del midollo spinale in animali mielolesi. Detta protesi viene gradualmente riassorbita fino a scomparire generando un nuovo tessuto simile all’originale che rimpiazza cisti e cicatrici responsabili dell’interruzione degli impulsi nervosi e causa della paralisi e la perdita della sensibilità degli arti, procurando inoltre un tangibile recupero funzionale degli arti paralizzati.

 

Aggiornamenti e dati della ricerca

La ricerca dei proff. sulle staminali è a buon punto, vedi il seguente link http://www.repubblica.it/salute/2013/06/24/news/staminali_bene_primi_test_pe

r_sla-61738014/

La novità principale è che finalmente è stato provato che il trapianto di cellule staminali cerebrali in paziente affetto da SLA non provoca alcun effetto collaterale. Inoltre le cellule cerebrali utilizzate sono state prelevate da un feto morto per cause naturali, quindi da una fonte che ha potuto eliminare qualsiasi dubbio di tipo etico rispetto all’intervento.

La prima fase della sperimentazione si è avviata il 25 giugno dello scorso anno in un paziente di 31 anni affetto da SLA, il quale ha ricevuto tre iniezioni contenenti poco meno di 2 milioni e mezzo di cellule cerebrali prelevate da un feto morto per cause naturali, e si è conclusa a marzo di quest’anno. La sperimentazione, prima al mondo di questo tipo, è stata autorizzata dall’Istituto Superiore della Sanità ed interessa un totale di 18 volontari.