L’esoscheletro è un dispositivo studiato per essere indossato, con la funzione di supportare il sistema scheletrico durante il movimento, per agevolarne range di movimento (ROM), cammino, locomozione e ridurre l’impatto della forza peso su di esso.

I primi esoscheletri sono comparsi negli anni sessanta, con l’obbiettivo di supportare lo sforzo dei soldati in azioni di guerra. Accanto a questi esoscheletri nati come “potenziatori di performance”, sono poi nate macchine con funzione di assistere individui con disabilità e a scopo riabilitativo.

Nell’Unità Spinale dell’IRCCS Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar (Vr) dal 2016 è disponibile “EKSO”, un apparecchio altamente tecnologico, che permette di eseguire delle esercitazioni in stazione eretta, consentendo la deambulazione.

Questo esoscheletro è stato prodotto da Ekso Bionics, un’azienda californiana che lo ha presentato sul mercato nel 2011, anche se, come detto in precedenza, studi in ambito militare risalgono agli anni sessanta, con lavori in successione che hanno permesso un’importante sviluppo tecnologico. Oltre ad EKSO sono attualmente disponibili sul mercato anche altri esoscheletri: Rex Bionics (Nuova Zelanda), HAL Cyberdyne (Giappone), Phoenix Mes (Italia), che hanno portato avanti lo studio di versatilità ed economicità con l’intento di realizzare esoscheletri personali e di utilizzo quotidiano, quindi non soltanto strumenti riabilitativi.

Ad oggi, Ekso è un “device” prettamente riabilitativo, con delle caratteristiche avanzatissime nell’ambito delle opzioni disponibili, ma non può essere considerato ancora come presidio per l’uso quotidiano personale, in quanto ha bisogno di due assistenti (uno per i comandi del computer e uno per garantire la sicurezza nell’uso degli ausili, quali deambulatore, bastone o tripode). Si utilizza su terreni lisci e piani, per una camminata in linea retta, ma ad oggi sono necessari aggiornamenti specifici per salire e scendere gradini, marciapiedi e per fare fronte ad altre situazioni che normalmente devono essere affrontate nel quotidiano.

La nostra esperienza ci porta a dire che l’esoscheletro è uno strumento utilissimo in riabilitazione, perché permette di far recuperare al paziente la posizione eretta, in perfetta simmetria, permettendogli la ripresa del cammino. In questo modo vengono allenati gli schemi motori naturali appresi durante il normale sviluppo neuro-motorio già a partire dalla nostra prima infanzia, contrastando perciò l’instaurarsi di posture sbagliate e compensi indesiderati, eventi che sono difficili da contenere nelle esercitazioni classiche, con gli standing, le parallele o i camminatori a nastro.

Il candidato ad utilizzare l’EKSO deve essere in possesso di particolari prerequisiti: idonee misure corporee in termini di larghezza del bacino, altezza (160-190 cm) e peso (max 100 kg), assenza di osteoporosi grave, fase clinica stabile, che permetta di rimanere in stazione eretta senza complicanze.

Nel contesto riabilitativo del nostro ospedale si sono eseguite sessioni riabilitative con EKSO in pazienti con lesione spinale incompleta, esiti di ictus (emiplegie) e di trauma cranico. Ad ora, dal 2016 sono più di 120 i pazienti che hanno potuto usufruire di questa avanzata modalità riabilitativa; si tratta sia di pazienti ricoverati che di pazienti che afferiscono con modalità ambulatoriale. Ogni seduta consta di un’ora di trattamento, considerando i tempi di vestizione e svestizione, con tempi di effettivo trattamento di circa 40 minuti. Ma quali sono le caratteristiche salienti? Ecco una breve sintesi:

  •  regolazione precisa delle misure delle leve, per avere comfort e precisione;
  •  funzione utente completamente gestito, oppure con adattamento in continuo della macchina alla prestazione rilevata dai sensori, o infine avere un arto libero da controllare in toto;
  • possibilità di condizionare l’intervento dei motori dopo un tempo di latenza, con feed-back sonori e di aumentare la richiesta di controllo su più piani di movimenti di ginocchio ed anca;
  • possibilità di regolare i parametri del cammino (velocità, lunghezza e altezza del passo, …) e dei target di “autorizzazione” d’esecuzione del passo successivo, con o senza segnale sonoro;
  • display che permette di monitorare la seduta, di capire cosa la macchina sta registrando e quindi di dare dei suggerimenti per ottenere la migliore performance possibile, che al termine sarà evidenziata da alcuni dati statistici, confrontabili tra le seduta.

I feedback che la macchina ci fornisce sono spesso motivo di confronto per noi addetti ai lavori, ma anche per i pazienti. Il miglioramento dei livelli di forza, ma anche la sensibilità personale dell’utilizzatore e la sua capacità di farsi accompagnare dall’Ekso, in una simbiosi di movimento, ci fanno spesso complimentare con lui, innescando un meccanismo di continua tendenza al miglioramento.

Equipe riabilitativa dell’Unità Spinale di Negrar