LA REGIONE PIEMONTE CAPOFILA ITALIANA NELL’ATTIVAZIONE DI UN SERVIZIO DI RADIOLOGIA DOMICILIARE PER PERSONE CON DISABILITÀ

Una bellissima notizia che viene dal Piemonte: si tratta della R@dhome cioè di un progetto di servizio di radiologia domiciliare finanziato dalla Regione per malati affetti da gravi patologie croniche e/o per pazienti disabili o non autosufficienti che hanno difficoltà nel raggiungere le varie strutture sanitarie. Attraverso questo servizio infatti gli esami vengono svolti direttamente nelle abitazioni, o, in caso, in strutture non ospedaliere o ambulatoriali.

Naturalmente – ed è bene subito specificarlo – il servizio è da considerarsi non esaustivo e sostitutivo, ma complementare, in quanto molti esami si possono svolgere solo presso i reparti specializzati per delle ovvie limitazioni tecnologiche, ad esempio di portabilità di determinati strumenti e di apparecchiature di grandi dimensioni, impossibili da trasportare nelle varie abitazioni. Il servizio comunque è e verrà gestito dal centro regionale della Città della Salute e, se fino adesso riguardava i soli pazienti residenti e domiciliati quasi esclusivamente nella città di Torino, entro la fine dell’anno questa iniziativa verrà ampliata in tutta la regione Piemonte. C’è infatti già la delibera approvata dall’Assessore regionale di presentare entro il mese di ottobre un prospetto e un piano per estendere a tutto il territorio tale iniziativa, e pare anche che in forma sperimentale verrà avviata a favore dei carcerati in quattro istituti penitenziari,  Alba, Asti, Cuneo e Fossano.

Grazie alla tecnologia applicata alla medicina, il servizio, finora per certi versi impensabile, verrà offerto anche in luoghi impervi, isolati, difficili da raggiungere, o a persone che hanno determinate difficoltà, spesso anche sole ed isolate che non possono muoversi e non possono recarsi presso strutture più attrezzate.

Dal prossimo anno ci sarà la possibilità di eseguire esami radiologici di routine come per esempio quello al torace, al bacino, all’anca o alle articolazioni, senza dover chiamare e doversi spostare con le ambulanze, senza dover percorrere molti chilometri o fare interminabili file.

Tutto questo favorirà anche una migliore prevenzione, in quanto il paziente avrà la possibilità di curarsi e capire il suo stato per tempo. Naturalmente, è ipotizzabile che ci sarà un necessario periodo di affinamento, quindi inizialmente ci potranno essere dei ritardi, ma l’iniziativa è importante e perciò è da divulgare.

La speranza poi è che su questo modello ce ne siano altri, e non solo nella Regione Piemonte: la speranza è che essa possa fare da apripista e da stimolo per le altre regioni italiane. Siamo portati spesso a fare un tutto uno con il capoluogo, considerarle in relazione solo alle grandi città, ma le regioni sono fatte molto più di paesi, spesso difficilmente raggiungibili, soprattutto in determinati periodi dell’anno e sono questi i luoghi in cui c’è maggior bisogno di concentrare iniziative e aiuti per far si che tutti possano avere le cure necessarie in tempo senza che ci siano inevitabili peggioramenti che portino successivamente a spese maggiori da parte delle persone.

Fonte www.disabiliabili.it