“La mia mente è più forte di……” – Sesto incontro del Gruppo Internazionale di Ricerca SCI –Research group

Valentina Moro – Prof. di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica, Dipartimento di Scienze Umane, Università di Verona

Il Covid- 19 non ha fermato le attività dello SCI-Research group che lo scorso Novembre ha adottato la modalità telematica per permettere ai suoi membri e a chiunque fosse interessato, di partecipare all’incontro annuale di aggiornamento e confronto sui temi delle scienze cognitive nell’ambito delle lesioni spinali.  Come d’abitudine, si sono alternati interventi di clinici, impegnati direttamente nella riabilitazione, e di ricercatori dei diversi laboratori partecipanti al gruppo. Il tema di quest’anno, My mind is stronger than my spine: Cognition as a rehabilitation tool in Spinal Cord Injury”, ha focalizzato l’attenzione proprio sulle possibilità riabilitative che possono scaturire da un approccio al recupero che non guarda solamente al deficit motorio ma che piuttosto valorizza e potenzia altri aspetti della persona, in particolare la cognizione e l’affettività.

Michele Scandola ha aperto l’incontro con l’analisi dei risultati di una ricerca sul contributo delle informazioni corporee, non solo muscolari e scheletriche ma anche viscerali, nell’empatia per il dolore, che mettono in luce come le risposte emozionali siano modulate dalla capacità dell’individuo di percepire gli stati interni del proprio corpo. Su tali informazioni, e in particolare sul contributo del sistema vestibolare nel recupero delle rappresentazioni corporee, si è anche concentrato l’intervento di Giorgia Marchesi e Amy Bellito, del laboratorio di Computer Science, Bioingegneria, Robotica e Sistemi Ingegneristici dell’Università di Genova. La collaborazione con questo laboratorio, e in particolare con la professoressa Casadio, e con l’Unità Spinale di Genova (nella figura del Dottor Massone) è una delle novità del 2020 che siamo sicuri aprirà nuove opportunità di ricerca e di crescita del gruppo. 

Al centro, due relazioni di ricerca clinica e riabilitativa, con Michela Corbella (Npsy.Lab- VR, Università di Verona) e Federico Ferrari (IRCSS Sacro Cuore, Negrar) che hanno riportato i primi risultati di un training integrato di immaginazione motoria nella riduzione del dolore neuropatico e della spasticità e il dottor Antonio Oliviero (Hospital Nacional de Parapléjicos di Toledo) che ha invece illustrato risultati molto interessanti sul senso di fatica fisica e cognitiva e la sua cronicizzazione in persone con lesione spinale.

Anche quest’anno, quindi, un incontro ricco di spunti per ulteriori riflessioni, nel quale è stato possibile anche ringraziare pubblicamente il GALM per il supporto che in tutti questi anni ha dato alla ricerca, attraverso la partecipazione dei suoi iscritti alla raccolta dati e più recentemente anche con un contributo finanziario, che permetterà di co-finanziare la posizione di un giovane ricercatore.

Cosa dire dell’esperienza “a distanza”? Certamente, ci sono mancati il contatto diretto, le strette di mano, la condivisione di una fetta di torta e una tazza di caffè, tutto quel calore che da sempre contraddistingue il gruppo di ricerca e che è parte integrante del collaborare tra persone che condividono il fine comune di cercare modi per migliorare la qualità della vita delle persone con lesione spinale. D’altra parte, questa nuova modalità ha probabilmente permesso di essere presente a chi avrebbe fatto fatica a spostarsi, come dimostrato dall’aumentata, soprattutto femminile, presenza di iscritte/i al GALM. L’augurio è perciò quello di lavorare sempre meglio, con nuove e continue occasioni di scambio e crescita, che porteranno certamente a della buona ricerca!