Affascinante reportage di viaggio dalle coste atlantiche di Renzo Fattori

Anche quest’anno la nostra scelta di viaggio è ricaduta sulla Francia, in particolare la costa atlantica da Biarritz a La Tranche sur Mer. Per raggiungerla abbiamo fatto una prima tappa ad Arles, che abbiamo raggiunto dopo 730 chilometri. La simpatica cittadina francese è il luogo dove il sublime Van Gogh ha svolto gran parte della sua opera pittorica. Bella l’Arena e complessivamente l’intera città. Naturalmente il centro ha strutture edili piuttosto datate che penalizzano necessità fisiologiche, tuttavia con pazienza si riescono a trovare luoghi idonei.

A dire il vero anche il camping aveva un bagno dedicato alle persone con problemi motori, anche se piuttosto discutibile, per fortuna porto con me da tantissimi anni una sedia pieghevole che al bisogno utilizzo per fare la doccia. Decidiamo di fare tappa anche a Carcassonne, una pittoresca cittadina medioevale, naturalmente un po’ difficoltosa in carrozzina, tuttavia all’esterno, con il ruotino, si riesce a girarla tutta. Piccola nota di colore, al casello autostradale della cittadina un gruppo di “gillets jaunes” ne presidiavano l’uscita, comunque nessun problema. Li abbiamo salutati con un sorriso e non eravamo certo noi l’obiettivo delle loro proteste.

Tappa successiva di avvicinamento Pau, che ci invogliava alla sosta per la sua storia ed i tanti monumenti. La sosta però ci è stata impedita per errate informazioni fornite dalla rete internet, che proponevano un’area camper proprio vicino al centro, mentre all’arrivo, con grande delusione abbiamo rilevato che tale area era stata soppressa spostandola in uno scomodo parcheggio, aperto anche alle auto, vicino alla stazione, ed il centro era raggiungibile solo dopo alcuni chilometri di erta salita….

Troviamo comunque una sistemazione in un paese vicino dove trascorriamo in relax la domenica, in attesa di raggiungere Biarritz, affacciata sull’Oceano Atlantico, raffinata meta turistica fin dall’Ottocento. Decidiamo di raggiungere un’area camper a nord della famosa cittadina poiché avevamo visto che una comoda ciclabile conduceva in centro.

L’area camper è su una piccola sommità di una duna che con una ripida discesa porta ad una striscia pedonale di legno adiacente l’oceano lunga 5 km, magnifica quindi da percorrere in carrozzina. In 8 chilometri circa eccoci a Biarritz, io con il mitico ruotino e mia moglie in bici. Bel giretto per la cittadina, buon pranzetto a base di Moules – frites, piatto di origine Belga ma che ha invaso tutta la Francia a base di cozze servite in una pentolina con contorno di patatine fritte.

L’emblema della città è rappresentato dalla “Rocher de la Vierge” (scoglio della Vergine) una bella passeggiata tutta accessibile a strapiombo sul mare dove su una roccia c’è la statuetta della Vergine dal 1895.

Tutta la parte atlantica francese ha mare e dune, dune che in piccola parte hanno insediamenti umani, come Biarritz, quindi ne risulta una cittadina con salite e discese, ma che in gran parte sono state rispettate ed anzi valorizzate e protette.

Lasciamo un po’ a malincuore l’importante stazione balneare per la meta successiva.

Quest’anno infatti, diversamente dallo scorso anno, abbiamo voluto andare alla scoperta di tante zone sull’oceano.

Tappa a Labenne, simpatica cittadina immersa nella “foret de Landes”, che ha un’estensione vastissima (1,5 milioni di ettari) dove le piste ciclabili ne percorrono gran parte nel silenzio, nella bellezza e gli odori della natura. E’ la foresta più vasta d’Europa.

Eccoci a Vieux Boucau les Bains, in un camping dove l’oceano è nascosto da alte e bianche dune.

Vieux Boucau les Bains si rileva molto interessante sia per il mare che per le tante piste ciclabili, immerse in folte foreste.

Nei tre giorni che restiamo percorriamo tantissimi km, parte nella famosa Vélodyssée che parte dalla Bretagna per finire al confine Basco per ben 1200 km, altri nelle favolose ciclabili che sono state costruite per favorire il turismo.

Anche a Vieux Boucau les Bains ci sono postazioni di sorveglianza e sicurezza sulla spiaggia che vedono la presenza di carrozzine da mare per disabili. Personalmente non mi sono mai immerso nelle fredde acque atlantiche (19°, 22°) poiché le grandi onde, sempre impetuose, non mi attiravano proprio.

D’altra parte dal confine Basco fino a Cap Ferret, almeno da quanto ho potuto constatare visivamente, c’è la zona di surf per eccellenza. Più si sale e più il mare si calma.

La temperatura dell’aria è sempre attorno ai 25/30° con un venticello che non ti fa pentire di restare al sole, mentre la notte c’è un notevole sbalzo di temperatura e ti invita a dormire con la copertina, un sogno per le estati padane…

Vieux Boucau les Bains è incantevole, e la parte centrale del paese è sempre molto affollata, con tantissimi ristoranti e negozi che attirano i turisti. Addirittura il giorno che siamo arrivati c’era la corrida nella grande Plaza de Toro, corrida che i francesi tengono a sottolineare è quella di ispirazione portoghese. Da quanto ho potuto capire il toro non viene mai ucciso nell’arena e, se le ferite inferte dalle “banderillas” non sono mortali, e dopo lo spettacolo il povero animale viene curato. Personalmente rispetto le tradizioni popolari, ma non è uno spettacolo da apprezzare e sarebbe cosa giusta abolire tutte le “tristi” attrazioni che vedono gli animali utilizzati a scopi violenti, spesso letali.

E’ la volta di Cap de l’Homy, dove sostiamo in un delizioso camping tra pini alti e stormi di passerotti che ci volavano intorno ogni volta che ci vedevano toccare cibo. Anche da questa base abbiamo percorso molti chilometri in un ambiente avvolgente che ti accarezzava mentre affrontavi salite e discese nelle ciclabili, eccezionale. Dal camping, per raggiungere il mare, c’era una salita su una duna vastissima, e, proprio in corrispondenza delle scale che scendevano alla spiaggia, hanno costruito in legno una passerella dalla quale godere di un bellissimo paesaggio su spiaggia e oceano.

Ma eccoci a Biscarrosse Plage dove l’area di sosta camper è magnificamente inserita in una una superba foresta.

Il paesino è gradevole e soprattutto offre una passeggiata che sovrasta l’oceano che ti fa godere di un paesaggio incantevole. Per di più, da questa località cominciano ad esserci le ostriche, mollusco che apprezziamo molto.

Anche da Biscarrosse percorriamo piste ciclabili per raggiungere luoghi vicini. Eccoci ancora percorrere una tappa che lo scorso anno ci aveva proprio affascinati, si tratta di Cap Ferret.

Tale località, situata sul bacino di Arcachon, è nota soprattutto per l’ostricultura ed infatti nei villaggi si trovano in abbondanza invitanti luoghi dove degustare il mollusco. Ma siamo in viaggio perlustrativo per cui eccoci preparare il camper e via nuovamente con meta Le Porge Ocean. Anche qui troviamo un campeggio meraviglioso sempre in una foresta vastissima.

Percorriamo parecchia strada su ciclabili, talvolta piuttosto sconnesse, fino a raggiungere il delizioso paese di Lacanau Ocean e pranziamo proprio bene in una terrazza prospiciente la spiaggia.

Il viaggio prosegue e raggiungiamo Soulac sur Mer, li troviamo un’area sosta camper proprio in vista oceano. Anche questo un posto adorabile che ci ha visti scorrazzare per le nutrite ciclabili. Bellissima ed interessante la tappa in bici a la Pointe de Grave, situata sull’estuario della Gironda, un lungo pontile tra fiume ed oceano che ti fa godere del bisticcio tra l’acqua dolce e salata che crea un ribollire d’acqua che incanta. Dal camper ci siamo deliziati di un tramonto magnifico con la musica dei Pink Floyd ed una calicetto di Crémant d’Alsace, da brividi.

Eccoci pronti per il traghetto che attraversando il bacino della Gironda ci sbarca a Royan dove il viaggio prosegue per l’isola d’Oleron. Fatichiamo a trovare un campeggio adeguato che alla fine troviamo con un compromesso piuttosto forte. Il camping infatti offre un servizio disabili che a dire scadente è un complimento….. all’apertura troviamo escrementi d’uccelli, rane e tanto sporco. Mandano prontamente una signora a pulire che rende leggermente accettabile una doccia indispensabile dato il caldo e la polvere, giacchè le piste ciclabili sono quasi tutte su sterrato e quindi piuttosto polverose.

Vabbè cose che possono succedere e data l’ormai lunga esperienza lasciamo dietro le spalle esperienze non troppo edificanti. L’isola di Oleron è comunque degna di note positive che nelle lunghe passeggiate abbiamo apprezzato. Nella parte a Nord si estendono lunghi acquitrini dove parecchi uccelli anche migratori si affollano. Naturalmente non mancano rane il cui gracidare ci accompagna per tutta la notte. Ultima tappa sull’oceano La Tranche sur Mer.

Questa parte della costa è la più affollata e piena di camping villaggi e case vacanze. Il mare non ha più onde altissime e sembra più abbordabile per bagnanti ed amanti del windsurf. Anche qui abbiamo percorso parecchia strada in bici, gustando deliziosi piatti di pesce, e godendo di fantastici panorami.

Mi piace segnalare un bel pranzetto a Faute sur Mer in quanto i preziosi piatti di langustine, crevettes, bules, huitres e sant jaques, venivano serviti in una tavola con tovaglia e tovaglioli di cotone, cosa che in Francia non avevamo mai trovato e che abbiamo gradito. In breve al ristorante posateria bicchieri e tovagliolo di carta vengono posti direttamente sul tavolino. In nessun ristorante della Francia abbiamo avuto un conto gravato di costi aggiuntivi per servizio e coperto, noi italiani invece…..

Cominciamo il viaggio di rientro con tappa a Cluny, storica cittadina famosa per tanti eventi storico religiosi, e per la sua Abbazia che con la rivoluzione francese ebbe un declino, anzi una distruzione visto che fu venduta per pochissimo a dei commercianti edili che la demolirono quasi completamente per venderne il materiale…

Oggi gli esperti hanno recuperato il possibile e la ridente cittadina della Borgogna si offre ai visitatori con pace e tranquillità che si respira passando tra i suoi vicoli e soprattutto visitando quanto è rimasto dell’Abbazia. Penultima tappa francese è Lione.

Soggiorniamo in un campeggio descritto come una meraviglia, ma come sempre accade per i campeggi di città, troviamo notevoli differenze tra quanto letto in internet e quanto vediamo, ma noi in realtà abbiamo bisogno solo di parcheggiare il camper e dormire in sicurezza la notte ed a questo scopo il camping è idoneo.

Lione la troviamo in pieno fermento lavorativo e con molti cantieri aperti che un po’ ostacolano la nostra visita.

La città è bella, e divisa da due fiumi, la Saona ed il Rodano, si gira tranquillamente anche se la metropoli è davvero immensa e con i suoi palazzoni e le enormi piazze mette un po’ di soggezione.

Nei due giorni di visita, abbiamo girato moltissimo, tuttavia abbiamo dedicato del tempo alla Cattedrale di Sant-Jean ed al Museo di Belle Arti.

Nella parte vecchia della città accedere ai bagni non è facilissimo, ma i francesi sono molto gentili e, ad esempio il primo giorno è accaduto che un ristorante mi ha fatto accomodare nel bagno di un vicino albergo, idoneo a persone con disabilità.

Per fortuna ci sono bagni pubblici ben tenuti, spesso con personale dedicato.

L’ultima tappa di relax prima di tornare a casa con il gran caldo è Montgenevre, una ridente località francese al confine con l’Italia, ubicata a 1800 mt con montagne che la circondano che penso superino i 3000 mt.

Abbiamo gradito la temperatura fresca specialmente la notte e al primo mattino, tanto che abbiamo dovuto accendere la stufa. Complessivamente il viaggio è stato molto bello e interessante, in linea con quanto ci attendevamo. La temperatura atlantica è fantastica perché, anche se raggiunge i 30°, l’aria resta sempre frizzantina.

La costa è tutta un saliscendi su dune e per raggiungere le spiagge bisogna superarle percorrendo tratti a volte anche abbastanza lunghi su passerelle di legno che spesso terminano molto prima del bagnasciuga.

Personalmente non ho fatto “vita di spiaggia” ma ho goduto della vista dell’oceano dall’alto delle dune e del paesaggio con moltissime passeggiate con il ruotino (750 km).

Certamente per i più arditi e magari con qualche anno in meno del sottoscritto è possibile fare dei bagni, in quanto tutti i punti di soccorso sono provvisti di personale e carrozzine idonee.

Il viaggio è un grosso stimolo e un continuo confronto, anche con le tue capacità di risolvere problemi magari in situazioni ostili. A me piace ed anche a mia moglie. Per cui fin dall’inizio del nostro rapporto abbiamo accettato sfide cercando sempre nuove esperienze di viaggio.

Viaggiare in camper presenta il vantaggio di avere la propria abitazione al seguito, con tante cose che servono, specialmente a me, e che con l’auto sarebbe impossibile caricarle tutte.

Perciò con il sorriso e la voglia di ripartire, chiudo questo resoconto ringraziando Giuseppe per lo stimolo di scrivere e resto a disposizione di chiunque per eventuali approfondimenti.

Dimenticavo, i francesi hanno molta dolcezza nel proprio linguaggio loro la carrozzina la chiamano “fauteuil roulant” poltrona che rotola…che grazia.

E per finire il caro ruotino che da cinque anni mi ha scorrazzato per tante strade ha deciso di terminare la propria opera… per fortuna non in Francia, ma appena rientrati a casa.

Ciao a tutti e grazie della vostra attenzione.