La consigliera regionale Bigon denuncia la mancata attivazione dei posti letto previsti e chiede interventi
Sono state oltre settecento in meno di due anni le persone che da Verona si sono recate ad Arco, in Trentino, per sottoporsi a interventi di ortopedia e per cure riabilitative. Nel 2023 i pazienti che sono andati nel paese trentino dell’entroterra gardesano sono stati 424, mentre nei primi nove mesi dello scorso anno se ne sono registrati altri 285.
A diffondere questi numeri è Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vice presidente della commissione sanità in Regione.
«Si tratta di un flusso importante, a dimostrazione che nel nostro territorio ci sono carenze pesanti che inducono l’utenza a rivolgersi al polo arcense», afferma Bigon in una nota, «ci chiediamo come mai la Regione non attivi tutti i posti letto programmati all’ospedale di Malcesine per la riabilitazione, permettendo così questa emigrazione. C’è insomma una realtà ben diversa da quella di un Veneto attrattivo per gli utenti delle altre regioni. Dopo Arco, procederemo a verificare anche i flussi a favore degli ospedali lombardi, in particolare Mantova perché, dalle segnalazioni ricevute, tanti cittadini si stanno rivolgendo pure alle strutture ospedaliere di quella zona». Riferendosi nello specifico all’ospedale di Val di Sogno, Bigon esprime quindi «preoccupazione per la parziale attivazione che si ritrova con appena la metà dei posti letto attivati rispetto a quelli programmati, ovvero 25 su 50. Anche a fronte dei dati ottenuti, non trova più alcuna giustificazione questo tentativo di smantel-lamento», tuona la consigliera regionale. «Bene il tavolo di lavoro attivato a seguito delle nostre richieste, ma si provveda sin d’ora alla messa a disposizione delle risorse necessarie».
I numeri In meno di due anni sono stati più di 700 i veronesi che si sono rivolti all’ospedale trentino: 424 nel 2023 e 285 nei primi 9mesi del 2024
Il piano socio sanitario regionale, come si legge nella delibera numero 614 del 14 maggio 2019, prevede 50 posti letto riservati alle cure riabilitative per poliomielitici e post polio al padiglione A e 30 posti letto per extra regione, oltre a 12 posti letto per l’ospedale di comunità.
Nella realtà, però, è stato più volte sottolineato da più fronti, la capienza reale è ben al di sotto delle capacità. Tra i più attivi in tal senso ci sono i pazienti poliomielitici che si curano nell’ospedale dell’Alto Garda veronese, riconosciuto dal 2007 come centro di riferimento nazionale per pazienti poliomielitici e post polio.
In particolare l’Aidm, Associazione interregionale disabili motori, da tempo sottolinea come la situazione della struttura sanitaria malcesinese sia grave, a causa anche di una diminuzione dei ricoveri e dei servizi sempre più ridotti, a fronte di richieste e di un acuto fabbisogno territoriale di servizi sanitari e assistenziali per la cittadinanza, ma anche per il reparto turistico.
Nel febbraio 2023, la senatrice Aurora Floridia ha presentato il tema durante un Question Time in Senato; il 30 maggio 2024, alla presenza di Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale, e di Sonia Brescacin presidente e Bigon vice presidente della V commissione Sanità, è stata consegnata in Regione una petizione con oltre tremila firme per chiedere il ripristino dei ricoveri.
La stessa Aidm, recentemente, ha ribadito come gli incontri effettuati con l’assessora regionale alla Sanità Manuela Lanzarin e l’Ulss 9 Scaligera «non abbiano purtroppo ancora portato a soluzioni concrete».
fonte L’Arena.it