Handbike, la storia
L’Handbike è composta da un telaio supportato da tre ruote (ottime per l’equilibrio) e viene azionata con le mani dal ciclista adagiato sul sedile della handbike.
Questo mezzo (parente della recumbent, la bicicletta a due ruote con sedile sulla quale si pedala in posizione orizzontale) permette a chi guida di farlo da sdraiato e senza l’uso delle gambe, in una comoda posizione che dà stabilità e aerodinamicità.
Quindi, una bicicletta speciale nella quale la spinta proviene dalle braccia e non dalle gambe, utilizza tre ruote e permette allo sportivo disabile su sedia a rotelle, o con difficoltà di deambulazione, di usare questo mezzo “pedalando con le mani”, inoltre, essendo dotata di un cambio a più rapporti, permette di superare pendenze elevate e di raggiungere elevate velocità. Con essa si svolgono gare a livello nazionale ed internazionale, suddivise in categorie a seconda della gravità dell’handicap fisico di ogni atleta, le categorie vengono stabilite da una apposita commissione medica che agli inizi dell’attività agonistica di ciascun atleta ne dispone la classe di appartenenza.
Dal 2004 è tra le discipline paralimpiche.
I pionieri dell’Handbike
La storia dell’Handbike italiana è recente. Solamente a partire dall’anno 2000 la F.I.S.D. (Federazione Italiana Sport Disabili) riconosce ufficialmente questa disciplina, ma l’interesse per l’Handbike (letteralmente mani e bici) si manifesta già nei primi anni Novanta.
Nel 1992 due atleti friulani della Società Basket e Non Solo e Centro Sportivo Italiano di Udine, Giovanni Angeli e Manlio Nogaro, partecipano ad alcune gare italiane tipo maratone, fra le quali Roma e Milano, per normodotati, con la loro bicicletta speciale, anche se fuori classifica.
Nel 1995 l’atleta veneto Graziano Buffo partecipa in qualità di “solitario amatore” alle maratone italiane.
Sempre a metà degli anni Novanta altri due atleti bergamaschi, Daniela Rota e Delfino Oberti, si interessano a questa nuova disciplina sportiva. Osservando una maratona in Svizzera vedono per la prima volta questa “strana” carrozzina spinta a braccia da un meccanismo a pedali posto davanti all’altezza del busto e simile a quello montato sulle biciclette. Sempre più incuriositi ed attirati da questa novità riescono ad avere questa nuova “bici”, aggiungendosi agli altri sei atleti italiani che già possiedono questo mezzo di nuova concezione e tecnologia che permette di praticare una attività sportiva, oltre a stare insieme alla gente favorendo l’integrazione delle persone disabili.
Nel 1999 viene organizzata la prima edizione del “Giro d’Italia” denominata “LA FOLLE CORSA”. Protagonisti di questa impresa della durata di 55 giorni sono i due atleti friulani Giovanni Angeli e Manlio Nogaro e due atleti laziali, Fabrizio Rossi e Claudio Asara.
Partenza il 2 maggio da Ostia lido con tappe in varie città italiane. Dopo questa unica ed indimenticabile esperienza viene organizzato il GIRO DEL FRIULI nel 2000 e 2001 con la presenza di 37 atleti. Grazie all’entusiasmo di questi “pionieri”, nascono nuove società sportive, con conseguente aumento del numero di atleti praticanti.
Con il passare del tempo migliorano le organizzazioni ed i sistemi di allenamento.
La nuova disciplina permette di andare in “bicicletta” anche a chi ha subito lesioni gravi con compromissione di importanti funzioni motorie/fisiologiche e di prendere parte a manifestazioni podistiche e ciclistiche unitamente ad atleti normodotati. Alcuni di questi pionieri, tra i quali il nostro socio Graziano Buffo sono ancora oggi in attività.
Grazie a loro ed agli altri pionieri l’Handbike italiana ha fatto passi da gigante: attualmente in Italia si corre in Campionati regionali, nazionali a squadre e in un Giro d’Italia a tappe; atleti italiani si sono distinti e si distinguono ancora anche a livello internazionale, ottenendo risultati lusinghieri quali il titolo di Campione del Mondo ottenuto nel 2007 da Vittorio Podestà e i vari ori paralimpici di Alex Zanardi.
A Verona esiste dal 2004 una importante società, il GSC GIAMBENINI, forte di una squadra fra le più numerose e titolate nella storia dell’Handbike italiana. Tra i suoi atleti iscritti spiccano alcuni detentori di Maglia Rosa e di prestigiosi podi; così pure per diversi anni la squadra è stata sul podio tricolore per quel che riguarda il Campionato Nazionale di Società.