E’ stato i fondatori del Galm e un pioniere dei Giochi Paralimpici, dove conquistò tre medaglie d’oro ed è stato Premiato a Vicenza.

Gareggiava nel salto in alto ai campionati studenteschi. «Mi allenavo con Sara Simeoni». L’atleta scaligera che, nel 1980, avrebbe vinto la medaglia d’oro nella specialità alle Olimpiadi di Mosca. «Già a 14 anni, Simeoni era una combinazione di grazia e potenza», assicura Rolando Fortini che, quindicenne, frequentava il classico alle Stimmate, a Verona. Anch’egli aveva gambe e schiena così elastiche da elevarsi ben oltre l’asticella negli impianti in Basso Acquar o nel vecchio stadio Bentegodi.
Di recente, a Vicenza, Fortini, 69 anni, alla presenza del sindaco Giovanna Piubello, è stato premiato con la Stella d’Argento per meriti sportivi al Gran Galà Paralimpico Veneto.

L’incidente:  Un giorno, gli amici giunsero con una Fiat nel piazzale dell’azienda agricola di famiglia. «Dài, facciamo un giro», gli dissero. Una ragazzata. «Ero uno dei passeggeri, a fianco del conducente», racconta Fortini, «all’altezza delle terme di Caldiero, sbandammo e andammo a sbattere contro un pilone della filovia. Mi piegai in due, schiacciato dal tettuccio dell’auto. Ero cosciente, comunque. Il meccanico dell’officina dall’altra parte della strada mi mise sopra una Dyane e mi portò all’ospedale di Borgo Trento, dove medici e infermieri mi spostarono da una barella all’altra. Gli altri rimediarono qualche graffio; io, dopo nove mesi di ricovero, mi sedetti su una carrozzina, dove sono tutt’ora, per una lesione alla spina dorsale». Nonostante il gravissimo incidente, si dimostrò di nuovo, e per davvero, forte. «A 16 anni, ero l’unico paraplegico che attraversava piazza Bra, a Verona. Nessuno, nella mia stessa situazione, si avventurava fuori casa», prosegue Fortini, «c’erano barriere dovunque: architettoniche e, peggio, anche sociali. Ma non fui mai preso a male parole. Ero determinato a riprendere la mia quotidianità, sebbene il fisico mi condizionasse». A 24 anni, a casa propria, il giovanotto contribuì a costituire il Gruppo Animazione Lesionati Midollari, che adesso ha sede a San Pietro in Cariano. Tra le attività, erano incluse quelle sportive. «In seguito, vinsi tre medaglie d’oro alle Paralimpiadi di atletica leggera», aggiunge Fortini. Erano altre specialità da quelle praticate nel periodo scolastico: ping pong, basket, lancio del giavellotto, per esempio.
Nel frattempo, Fortini è diventato delegato provinciale del Comitato italiano paralimpico. Il Galm, hanno osservato gli organizzatori della manifestazione di Vicenza, «fu la prima società a promuovere lo sport a beneficio delle persone con disabilità». La prima sedia a rotelle, fabbricata in Germania, era di ferro. Pesava 25 chili. «Non c’erano molti ascensori.  A Caldiero, mi sollevavano di scala in scala fino all’ultimo piano dell’oratorio», ricorda Fortini. Oggi, la carrozzina è made in Italy, in fibra di carbonio. Pesa 8 chili. «Viaggiamo dappertutto», assicura la moglie Daniela Valentini. I figli, Lorenzo e Leonardo, sono adulti. Prima di dedicarsi entrambi all’azienda agricola, marito e moglie lavorarono sia in proprio sia per l’azienda Momo, producendo volanti e accessori per i veicoli da corsa. Alle lezioni di guida sicura che si tenevano a Vallelunga, a Roma, Fortini conobbe Clay Regazzoni. Neppure l’ex pilota di Formula 1, costretto su una sedia a rotelle dopo lo schianto contro un altro bolide durante un Gran Premio negli Stati Uniti, abbandonò i circuiti. Anch’egli promosse l’inserimento dei disabili nello sport.

(tratto da L’Arena)

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