Provianda di Santa Marta

Alcune settimane prima, avevo avuto modo di visitare il “Bastione delle Maddalene(clicchare sul link per vedere l’articolo precedente), ex fortificazione militare austriaca, era stato recuperato e reso accessibile (in tutti i sensi) anche ai turisti e visitatori locali. In quella occasione, passeggiando alla fine per il percorso lungo le mura ed il parco risistemato mi sono imbattuto in questo edificio che ritengo affascinante: la Provianda di Santa Marta.

L’Ateneo di Verona (ora proprietario di questo complesso), con una mostra desidera raccontare e raccontarsi, grazie anche ad un edificio restaurato con forte impegno e dedizione, che diventa oggi un nuovo spazio per accogliere conoscenza, innovazione e sperimentazione. Un nuovo spazio aperto alla comunità universitaria, alla città e al territorio.

L’Ateneo ha organizzato un calendario di visite guidate in cui i partecipanti avranno l’occasione di scoprire alcuni spazi significativi, in particolare la Biblioteca, del rinnovato edificio della Provianda e di osservare la mostra “Santa Marta. Storie e percorsi in mostra”.

Lo stabilimento della Provianda di Santa Marta è un complesso di archeologia industriale situato nel centro storico di Verona, progettato dalla “direzione genio” della armata austriaca di stanza nella città scaligera e venne costruito tra il 1863 e il 1865.

Nel sito in cui sarebbe successivamente sorto lo stabilimento della provianda, era presente in origine un complesso monastico, comprendente una chiesa dedicata a Maria Maddalena, edificato tra il 1211 ed il 1212 dall’Ordine di Sant’Agostino, cui si sommò un chiostro costruito nel 1293. Nel primo decennio dell’Ottocento venne soppresso mediante decreto napoleonico e i beni furono alienati. Fu probabilmente in questa occasione che la chiesa assunse la denominazione di Sana Marta, forse a causa di un errore di trascrizione nel catasto dei beni del convento. La chiesa di Santa Marta, sconsacrata, fu usata per alcuni anni come ricovero per gli stalloni e quindi, nel 1829, venduta. Nel 1833 il complesso venne acquistato dai Padri Cappuccini, che restaurarono la chiesa, ripristinarono il chiostro e fecero demolire l’ormai pericolante campanile del complesso.

Nel 1850 l’autorità militare austriaca acquisì i fabbricati, che vennero destinati a caserma; infine, tra il 1863 e il 1865 la chiesa e la maggior parte del convento, esclusa parte del chiostro, furono demoliti per dare spazio ai nuovi stabilimenti della provianda.

Originariamente era destinato alla produzione di pane e gallette, al deposito e all’amministrazione di altri generi di sussistenza, ma ora, a partire dal 2015, ospita i dipartimenti di economia dell’Università di Verona.

La provianda di Santa Marta si compone di tre edifici disposti all’interno di uno spazio rettangolare recintato, completamente autonomo rispetto al complesso militare del Campo Marzo, contesto nel quale è comunque inserito.

L’edificio principale risulta quindi essere il panificio, che con il suo prospetto domina la vista verso Campo Marzo. Altri due edifici, affiancati e di dimensioni minori, sono disposti a nord del panificio e contenevano i silos per i cereali. Fa inoltre parte della provianda ciò che rimane del chiostro del preesistente convento dei Cappuccini di Santa Marta.

La localizzazione della Provianda era stata determinata da varie ragioni: l’ampia disponibilità di spazi, la protezione garantita dalla cinta magistrale e, soprattutto, il collegamento diretto con la ferrovia e la vicina Stazione di Porta Vescovo.

La “Provianda” è giunta ai giorni nostri con pochissime trasformazioni rispetto all’edificio originale. Lo stabile infatti presenta ancora un corpo principale di cinque piani dei quali uno interrato. Il primo era originariamente destinato alla produzione di pane e gallette, al deposito di derrate e al ricovero e alla manutenzione dei forni di campagna. L’intervento si è quindi focalizzato su un recupero filologico del manufatto che ha previsto innanzitutto lo sterro delle tre corti al piano interrato.

La necessità di garantire un adeguato ingresso di luce è stata soddisfatta con la predisposizione di una copertura in acciaio e vetro e di una serie di frontiere interne in vetro; questa scelta ha consentito di conservare una percezione globale dell’edificio e al contempo di permetterne una suddivisione in locali adibiti a funzioni tra loro diverse. Il collegamento fra le diverse parti dell’edificio è consentito da un corpo di ascensori, una scala e un sistema di ballatoi posizionati nella corte centrale dello stabile.

Allo stato attuale la “Provianda”, che ricordo è ora di proprietà dell’Università di Verona, si estende su una superficie complessiva di 25.000 mq. Il piano interrato ospita sei laboratori e il deposito libri; le aule occupano invece il primo piano assieme alla segreteria studenti e alla segreteria didattica. Al primo e secondo piano trovano spazio gli studi dei docenti, gli uffici del personale tecnico e amministrativo, le sale riunione e le aule riservate ai dottorandi. La nuova biblioteca SMEC è situata nel sottotetto e accorpa oltre 200.000 fra volumi e periodici d’interesse economico e giuridico, frutto della fusione di 7 biblioteche precedentemente disseminate in altri edifici dell’Università. Inoltre, offre agli studiosi 320 posti a sedere e 32 postazioni per la ricerca su risorse elettroniche.

Piccola annotazione finale … è tutto perfettamente accessibile.

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