Racconto di un … desiderio – Settembre 2025
A memoria non salivo su di un treno dai tempi della scuola (e sono diversamente giovane).
La difficoltà di camminare ed il mio muovermi con la carrozzina di sicuro erano un bel freno, ma da tanti anni desideravo provare l’esperienza di un viaggio col Trenino Rosso del Bernina, che tanto viene decantato come spettacolare sia in estate che con la neve. Beh, ho optato per la buona stagione.
Prima ovviamente mi ero un pochino documentato, sui tempi di percorrenza, per organizzare eventuali ulteriori tappe oltre al capo linea “Sankt Moritz”, poi naturalmente anche sulla distanza da casa (non poca). Alla fine di tutti questi “complicatissimi” calcoli ho pianificato una partenza presto la mattina ed un pernottamento in quel di Tirano e rientro a casa il giorno dopo.
Oggetto delle mie ricerche inevitabilmente anche l’accessibilità del treno e delle fermate intermedie. Il risultato è nelle righe che seguono.
Il Trenino Rosso “normale” (NON express/panoramico), parte dalla stazione di Tirano (Sondrio) all’incirca ogni ora e dopo poco più di due ore arriva alla stazione finale di Sankt Moritz in territorio svizzero. Le due stazioni “capo linea” sono totalmente accessibili. All’inizio del convoglio subito dietro la motrice, è posizionata una carrozza, che viene da loro chiamata “Allegra” con porta di ingresso ribassata a livello banchina e si entra nel treno senza l’ausilio di niente o di nessuno. Entrando a sinistra ci sono due posti per carrozzina, a destra mi pare uno. In questo tipo di carrozza c’è anche un bagno totalmente accessibile alle carrozzine, io sono entrato (in retro) anche col Triride.
Sono partito da casa la mattina presto. Dopo circa due ore e quaranta minuti arrivo a Tirano. Parcheggio fortunatamente nei dintorni della stazione e salgo subito sul treno delle 9.40. Non tutte le fermate lungo il percorso sono obbligatorie, alcune infatti sono solo a chiamata. La nostra prima tappa è Poschiavo e siamo già in territorio svizzero. È un paese di circa 3.500 abitanti che si sviluppa intorno a lungo il fiume Poschiavino. Il mercoledì, durante la bella stagione, lungo le sue vie si svolge un mercatino con i prodotti tipici della vallata. E’ un piccolo borgo al quale dedichiamo la nostra ora a disposizione prima della prossima coincidenza.
Mi rivolgo al personale della stazione per avere informazioni sulla mia prossima tappa “Alp Grüm” e apprendo che la stazioncina non è fra quelle totalmente accessibili e anche la fermata, quindi la mia discesa, deve essere segnalata al Capo Treno, perché sarà compito suo (in genere coadiuvato dal macchinista) recuperare lo strumento necessario alla mia discesa e salita ed anche quello di avvisare il successivo treno che ci sarà un disabile da far salire. Sembra complicato, ma in fondo non lo è. Mi informano che questo “marchingegno” è presente in tutte le stazioni NON totalmente accessibili, per cui si può scendere in tutte, previe le avvertenze di cui sopra. Questo marchingegno (come l’ho chiamato io) è uno strumento davvero semplice, nulla di elettrico/elettronico. Un carrellino con una piattaforma che sale e scende con una pompetta idraulica azionata manualmente, e due pedanine ribaltabili verso l’esterno per la salita e discesa. Purtroppo non ho foto fatte da me ma quella che ho trovato in rete riproduce bene.
La tappa all’Alp Grüm: è considerata una delle più belle fermate del trenino rosso del Bernina, divenuto Patrimonio mondiale Unesco nel 2008. Situata a 2091 metri d’altitudine, con un incredibile panorama, gode della vista del ghiacciaio del Palù e della Valposchiavo. Per chi ama le escursioni e ha la passione per la fotografia, l’Alp Grüm è la fermata adatta. Con tante escursioni da fare in giornata per chi ha le gambe buone. È una tappa panoramica che ho deciso di fare vista la bellissima giornata di sole, (in quota meglio avere qualcosa per coprirsi, il venticello c’è spesso, dicono). Attenzione, purtroppo sia i piccoli locali della stazione che l’attiguo ristorante con terrazza panoramica non sono accessibili, ci sono ai due ingressi due o tre gradini e non ho visto pedane pronte per l’uso. In quella fermata il trenino fa un vero e proprio tornante, ed io ne approfitto per una mini ripresa e per qualche foto per poi “correre” verso il punto previsto per la risalita.
Un paio di fermate dopo c’è la stazione di “Ospizio Bernina” che è situata nel punto più alto che viene toccato dal Trenino Rosso del Bernina e sorge alla altitudine di 2253 metri s.l.m., ai piedi del ghiacciaio del Bernina. A mano a mano che ci si arriva nelle vicinanze della stazione, il panorama ci porta a vedere in particolare i due laghi brillanti: il Lej Nair, che fluisce verso le zone nordiche, in direzione dell’Inn, e il Lago Bianco, appartenente al bacino del Po. Questi due laghi hanno una caratteristica abbastanza particolare, infatti hanno entrambi un colore chiaro poiché sono alimentati dalle nevi e dai ghiacciai che si sciolgono ed hanno un fondale di roccia e sabbia. Non sono sceso perché in fondo bisogna fare delle scelte, non si può scendere a tutte, il tempo non basta.
Non mi inoltro nella descrizione delle tappe, del percorso, dei panorami, dello stupore che ho provato nel vedere passare il treno all’inizio su sede stradale (Tirano, Poschiavo) poi sul come affrontava certe salite, certe curve e gallerie … da restare a bocca aperta.
La mia successiva tappa è stata Sankt Moritz, capo linea del percorso del Trenino Rosso del Bernina e da dove partono altri percorsi ferroviari tutti interni alla Svizzera. Sankt Moritz è una delle capitali del lusso e sorge a 1800 s.l.m. È una delle mete turistiche più note a livello mondiale. La nuova stazione ferroviaria con il sottopasso che conduce al lago è l’ingresso per la cittadina che è dislocata più in alto, con un territorio fatto di salite e discese, meglio se oltre alla carrozzina c’è un Triride o simili, e si può raggiungere grazie a un ascensore gratuito (anche scale mobili) proprio di lato ai parcheggi sotterranei situati accanto alla stazione. Sankt Moritz non ha un centro storico vero e proprio, quindi si consigliano di iniziare la visita da St.Moritz Dorf, la parte elevata della località, per ammirare i grandi hotel della Belle Époque e le boutique di tendenza. Da non perdere la visita del Museo Segantini, a 10 minuti dalla Sonneplatz, del Museo Engadinese e della Piazza del Municipio. Una passeggiata oltre la Dorfskirche, la chiesa evangelica, fino alla torre pendente di S. Maurizio completerà la visita del Dorf. C’è anche la cioccolateria Hanselmann molto rinomata e costosa dove chi vuole può far tappa. Per gli amanti della natura e del relax, ma anche con tempo a disposizione sempre tiranno, si suggerisce anche una passeggiata lungo il lago posto nella parte bassa della località. La giornata splendida lo richiedeva e qualcosina siamo riusciti a fare, ma come scritto prima il tempo è tiranno.
Poco prima delle ore 17 risaliamo sul treno che ci riporterà a Tirano per le 19 circa e ne approfittiamo per fissare nella nostra memoria i vari panorami.
Alcuni dati sintetici sulla ferrovia e percorso.
l viaggio a bordo del trenino rosso del Bernina si snoda lungo 60 entusiasmanti chilometri, da un capolinea italiano, Tirano, all’altro svizzero, St Mortiz. Si può viaggiare “no stop” sul treno panoramico Bernina Express, soprannominato anche “il rapido più lento del mondo”. Oppure, parti ogni ora a bordo dei treni regionali, organizzando delle soste lungo la tratta Tirano St Moritz.
Sul sito https://www.trenino-rosso-bernina.it/ si trovano le ulteriori e dettagliate informazioni.
A pochi minuti dalla stazione di Tirano è situato il B&B “Il Sorriso” che avevamo prenotato perché accessibile anche in carrozzina. Si tratta di un piccolo e recente condominio dotato di ascensore che porta alle 4 stanze. La nostra era una 3 letti, sufficientemente ampia anche per la carrozzina, e con un bagno parzialmente accessibile, maniglione in fianco al wc, lavandino accessibile, la doccia a sfioro ma senza maniglioni o seggiolino. Colazione davvero speciale inclusa. Dopo esserci sistemati, su suggerimento della proprietaria del B&B, con una passeggiata di circa 500 mt, ci dirigiamo nel centro storico di Tirano e proprio in piazza entriamo in una trattoria dove l’impatto è del semplice ma buono. Confermo.
A Tirano, sicuramente da vedere, c’è il Santuario della Madonna di Tirano, un vero e proprio capolavoro architettonico e spirituale. La sua imponenza e la sua bellezza lasciano a bocca aperta, sia ammirando l’esterno che esplorando i dettagli raffinati del suo interno e, sorpresa, a pochi metri davvero scorre il trenino rosso. In centro ci sarebbe un palazzo storico da visitare, uno con sale che dalle foto sul web sembrano davvero interessanti ma collocate al primo piano e … l’ascensore all’interno è rotto da tempo e pertanto non è accessibile. La bella giornata a disposizione ci suggerisce di non fare a ritroso il percorso dell’andata ma di salire di nuovo in quota, questa volta con la macchina e ci dirigiamo a Livigno, località visitata moltissimi anni fa. La strada a salire è perfetta, i panorami in parte ci sono familiari perché fatti il giorno prima fino a quando, ormai in prossimità del Passo del Bernina sulla Strada 29, come la chiamano in Svizzera, deviamo verso destra sulla strada della Forcola e ci dirigiamo verso Livigno. Io personalmente ho trovato questa parte di percorso davvero affascinante nella sua semplicità, non presenta molti tornanti ma è quasi totalmente in rettilineo in mezzo ai pascoli d’altura ed il Passo della Forcola è a 2315 s.l.m.
Arriviamo a Livigno, comune italiano di circa 6700 abitanti della provincia di Sondrio, porto franco. ci colpiscono i grandi lavori che stanno facendo sul versante del monte sotto le funivie difronte al paese. Anche la “bretella” che passa fuori dal paese per alleggerirne il traffico non entra nei miei ricordi. Il centro paese è tutto un negozio, un bar/ristorante ed è chiaro il perché, è una stazione turistica sia invernale che estiva delle Alpi ed è uno dei comuni montani italiani con maggiori presenze turistiche.
Lasciamo Livigno dirigendoci verso nord, costeggiando il Lago di Livigno sino ad arrivare ad un tunnel, ad una corsia e a pagamento, situato in territorio svizzero. Dopo circa un’ora siamo ridiscesi di quota ed arrivati a Glorenza, (907 mt s.l.m.) piccolo comune italiano di meno di mille abitanti posto nell’alta Val Pusteria. Fa parte dei Borghi più Belli d’Italia ed è caratteristico per le mura medievali perfettamente conservate. Si fregia anche del titolo di città ed è la più piccola città dell’Alto Adige nel cui centro si trovano i portici ben conservati che ospitano dimore e attività. La tappa è obbligatoria, per qualche foto, per una piccola passeggiata all’interno delle mura e sotto i portici, in piazza un fresco gelato.
Una tappa per salutare nei dintorni di Merano un caro amico e poi diritti sino a casa che i km da macinare non sono pochi, ma per fortuna tutto scorre liscio.
Ecco qui il racconto di un piccolo desiderio realizzato sempre e solo con la compagnia di Lina la mia dolce metà.
































































vista dalla piazza

























